RECYCLING BEAUTY

Fondazione Prada – Milano

Testo di Edoardo Pilutti

Una grande mostra sull’arte classica, frequentata nelle prime ore della giornata da gruppi di anziani, ma poi, nel tardo pomeriggio, sorprendentemente presa d’assalto da tanti giovani ventenni e trentenni.     

Tutti mossi dal desiderio di bellezza, dalla volontà di analizzare qualcosa di non solo esteticamente gradevole, ma qualcosa intriso di significato storico, di significato autentico, di significato profondo: qualcosa di significante dell’Inconscio.

Una mostra nata dal progetto del curatore Salvatore Settis, in collaborazione con Anna Anguissola e Denise La Monica, originariamente per mostrare e dimostrare come per secoli la cultura artistica ed architettonica si sia non solo ispirata alla classicità del passato, ma anche ne abbia riutilizzato le vestigia tra il Medioevo e l’epoca barocca.

Una grande mostra che induce a riflettere sul ruolo della classicità nell’arte contemporanea, sul ruolo che effettivamente ha avuto finora, sul ruolo che potrebbe avere da oggi in poi.

E così nel vasto salone denominato Podium si passeggia tra statue marmoree e bronzee, tra altorilievi e bassorilievi, tra coppe istoriate e troni in pietra.

Colpisce l’interesse degli antichi per la sacralità del corpo umano, per la sua casta raffigurazione in ogni particolarità anatomica, per la ieraticità promanante dagli artistici simulacri. A tal punto che passa in secondo piano tutta la ricostruzione storica delle vicende dei vari reperti, che comunque è quanto più possibile dettagliata.

Ad esempio, per quanto riguarda la statua di Santa Ifigenia, conservata nel museo civico di palazzo Chiericati a Vicenza, nelle didascalie è precisato che il corpo in marmo greco risale al I° secolo d.C., mentre la testa, in marmo differente, risale all’inizio del XVI° secolo. È spiegato anche che la statua, in coppia con un’altra analoga oggi dispersa, era posta in una cappella della chiesa di Santa Corona a Vicenza, luogo di culto da cui fu allontanata nel 1854 perché ritenuta pagana.

Il Giovane di Magdalensberg qui esposto è una replica in bronzo, datata XVI° secolo, di una statua romana oggi perduta. L’originale, scoperto nel 1502 in Carinzia, fu a Salisburgo fino al 1551, quando l’arciduca Fernando lo donò alla sorella Maria d’Ungheria. Fu allora realizzata una copia, conservata a Vienna, mentre la statua originale è andata perduta. Agli inizi del 500 l’originale era esposto insieme a un’ascia e a uno scudo. L’iscrizione sulla coscia destra attesta la dedica della statua ad una divinità.

Nei locali denominati Cisterna, sono raccolti ancora numerosi bassorilievi ed altorilievi marmorei, esempi di armonia compiuta e ideale allo stesso tempo. In questi saloni sono stati raccolti per la prima volta anche tutti i frammenti dei troni con putti provenienti da Ravenna, che nei secoli erano stati dispersi in vari luoghi differenti.

Troviamo infine la prima ricostruzione in scala reale mediante calchi, oltre a due frammenti autentici, della statua colossale di Costantino, primo imperatore cristiano. La statua originale, come tante altre, finì in frantumi per ricavarne calce o per farne tessere da decorazione musiva.

L’arte antica, collocata in un nuovo contesto assume una nuova pregnanza. In quanto riutilizzate, le opere in mostra hanno più significati, quelli originali e quelli del riuso. Queste opere furono tesaurizzate per il loro potere evocativo e simbolico, condensando le emozioni di una tradizione ancora autorevole.

La mostra Recycling Beauty invita a concentrare l’attenzione sulle rovine dell’antichità come serbatoio di valori che si possono innestare dal passato al presente ed al futuro.

fotografie di EdoardoPilutti       edoardo.pilutti@gmail.com

RECYCLING BEAUTY

Fondazione Prada

largo Isarco, 2      

20139 Milano

fino al 27 febbraio 2023

tutti i giorni ore 10 – 19, martedì chiuso

fondazioneprada.org    te. 02 56662612

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