IL SECONDO FUTURISMO 1918 – 1940
ARTE CENTRO MILANO
di EDOARDO PILUTTI
Questo nostro tempo è incongruente, inafferrabile, esasperato, corrotto e produce un’arte multiforme, talvolta sconclusionata, talvolta sgradevole, raramente piacevole, spesso provocatoria e suggestiva.
È ragguardevole quindi che una galleria d’arte contemporanea si occupi di organizzare un’esposizione relativa ad un movimento artistico di cent’anni fa, come ha fatto Arte Centro in Milano, presentando al pubblico una corrente artistica italiana di livello europeo, sorta e sviluppatasi in un periodo storico altrettanto critico: quello tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l’inizio della Seconda.

IL SECONDO FUTURISMO, 1918 – 1940 è il titolo di questa rassegna che raccoglie oltre cento opere: una settantina di oli su tela e circa una trentina fra disegni e tempere. Lavori eseguiti da trentasette pittori, fra cui nomi noti, come Depero, Sironi, Balla, Baldessari, Prampolini, e altri meno famosi, come Angelucci, Delle Site, Dottori, D’Anna, Giannattasio, Russolo, Sibò, Tato. Tenendo come riferimento lo scrittore F. T. Marinetti, nel 1929 questo gruppo elaborò a Roma il Manifesto dell’Aeropittura.
In precedenza, artisti come Boccioni, Carrà, Balla, Russolo, Severini, Soffici, Sant’Elia, sin dal 1910 si erano raccolti attorno al poeta e drammaturgo Filippo Tommaso Marinetti, redattore del Manifesto Futurista. Quell’insieme di intellettuali aveva promosso in Italia un’aspra polemica contro la cultura dei musei, contro l’arte contemplativa, contro l’evasione estetistica.
La loro dottrina era stata forte di una violenta retorica e di un progetto iconoclastico, che suscitarono interesse e attenzione anche fuori del nostro paese. Il Futurismo, fondato sul culto dell’attività meccanica, individuò nella dinamica l’espressione prima e vitale della realtà e l’obiettivo stesso della rappresentazione artistica.

Inizialmente il Futurismo presentò in Italia una spinta rivoluzionaria analoga a quella dell’Espressionismo in Germania, intriso di ribellione contro ogni ordine sociale costituito, portatore del desiderio di una libertà illimitata, sostenitore dell’irruenza del sentimento, dell’emozione, del sogno. Ma la primaria intonazione anarchica ben presto sfumò e si trasformò in una coralità reazionaria accordata con l’instaurarsi del regime fascista.
Questo forse anche per strumentalizzazioni e manipolazioni del sistema capitalistico di produzione industriale, che incentivò lo sviluppo dell’aspetto illuministico all’interno della visione più complessa e articolata del gruppo artistico: una sorta di venerazione per il progresso tecnologico, per la meccanica e le altre scienze esatte, per la rappresentazione del movimento come obiettivo della creazione pittorica.

Cent’anni dopo abbiamo capito che il progresso tecnico-scientifico dovrebbe essere condotto con molta più attenzione, con capacità di critica e di progettazione, pena la distruzione del nostro pianeta.
Ma il Secondo Futurismo, in auge appunto fra il 1918 ed il 1940, in una prima fase è l’espressione di una posizione maniacale della società di allora, di un’esaltazione sconfinata, di una eccessiva fiducia nella potenza dell’uomo e delle sue creazioni tecniche; in una seconda fase si appropria del linguaggio surrealista che elabora ed arricchisce in modo personale. Proprio per questi motivi furono prodotti lavori pittorici che condussero l’Italia fuori dal provincialismo artistico, inserendola nell’ambito più vasto della storia della cultura d’Europa.

Quei dipinti in cui le forme vengono rappresentate mentre si muovono nello spazio; in cui il colore raggiunge un’altissima intensità; in cui le linee si spezzano in segmenti fluttuanti per poi ricomporsi in schemi geometrici; quei dipinti iniziarono ad essere raccolti e coraggiosamente avviati ad un recupero storico dall’indimenticabile gallerista Fiorella La Lumia (sguardo sorridente e attenzione anche al dialogo coi giovani artisti), qui a Milano, già negli anni Sessanta, in seguito anche con la collaborazione del figlio Flavio Lattuada. Fondamentale fu l’apporto critico e la decisa collaborazione di studiosi come Enrico Crispolti.
fotografie di Edoardo Pilutti edoardo.pilutti@gmail.com
IL SECONDO FUTURISMO 1918 – 1940
Arte Centro – Lattuada Gallery
via Senato 15, Milano
fino al 30 settembre 2021
dal lunedì al venerdì ore 11.00-13.00 e 15.30-18.30
sabato su appuntamento
tel. 02 29000071 www. lattuadagallery.com
ARTE, di Edoardo Pilutti Arte artecentro edoardopilutti futurismo Milano
Mostra molto interessante andrò a vederla