Intervista a Fulvio Merlak

Intervista di Mariateresa Cerretelli

Fulvio Merlak è triestino e si occupa di fotografia da quando aveva sedici anni. Presidente, dal 1983, di un’Associazione Fotografica triestina, il Circolo Fincantieri-Wärtsilä, negli anni Ottanta e Novanta è stato prima Delegato Provinciale e poi Regionale della “Federazione Italiana Associazioni Fotografiche”. Ha coordinato la realizzazione di molti festival e di tantissime rassegne, senza contare curatela di libri e scrittura di saggi.

Dopo aver vissuto le esperienze di Consigliere e Vicepresidente della FIAF, dal 2002 al 2011 è stato Presidente della Federazione, per poi esserne nominato Presidente d’Onore (nel 2011). Dal 2011 al 2014 è stato Direttore del “Centro Italiano della Fotografia d’Autore” di Bibbiena e membro del Comitato Scientifico del “Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia” di Spilimbergo. Attualmente è Direttore del Dipartimento Manifestazioni e della Collana Monografie della FIAF. Ed è coordinatore dell’Albo dei Lettori di Portfolio accreditati dalla Fiaf.

È un nome autorevole e conosciuto nel campo della fotografia e a lui abbiamo chiesto un excursus nell’Italia dei Festival, quella legata alla FIAF, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche che riunisce i più importanti circoli fotografici presenti in ogni parte d’ Italia.

È lui l’artefice di Portfolio Italia quelle dieci tappe in varie località della penisola dove si svolgono i Festival più importanti e strutturati. E la sua costante attività, modulata attraverso la cosiddetta Lettura dei Portfoli, l’analisi dei progetti di fotografi, professionisti e amatori che gravitano nel circuito di Portfolio Italia, legato alla FIAF, rispecchia la conoscenza profonda del settore e della sua continua evoluzione.

Fulvio Merlak – Portfolio (2019)

“L’avventura di Portfolio Italia nasce del 2004 come prima edizione. Ma tutto parte da una mia intuizione sorta sulla base di quello che vedevo in giro soprattutto a Massa Marittima e a Savignano sul Rubicone. Ho provato a verificare in quelle occasioni se c’erano le possibilità per costruire qualcosa insieme. Per un motivo molto semplice. I tanti progetti presentati e i tanti lettori impegnati nel loro esame rappresentavano un mare di energie che venivano bruciate in pochissimi giorni, anzi in un fine settimana di solito, anche se poi le mostre duravano di più ma di solito tutto si concentrava in un solo weekend”.

E un’idea si fa strada dopo l’attenta osservazione sulle manifestazioni di fotografia che si svolgevano in quel periodo.

“Sì, mi sono confrontato con quelli che allora erano i Festival che andavano per la maggiore in Italia, come Massa Marittima o Savignano sul Rubicone. Ho esteso la ricerca al Festival di San Felice sul Panaro e a quello di Bibbiena ma a quei tempi avevo qualche difficoltà a metterne insieme almeno otto.

CIFA Bibbiena

Per esempio la rassegna di Castelnuovo di Garfagnana era una scommessa ma non era un Festival realmente di importanza. Poi un altro festival era quello di Pieve di Soligo – Portfolio in Villa con Fausto Raschiatore come Direttore, ma non ce ne erano molti altri. Alla fin fine, gira e gira per tutta l’Italia, invece che a otto, si poteva arrivare a un massimo di 10-12.  Una situazione che si è ribaltata se pensiamo che oggi di Festival ce ne saranno un centinaio ma allora, e parliamo degli anni 2003-2004, erano quelli e non c’era altro in tutta Italia.

Nel 2003 in una riunione a Salsomaggiore, quando allora ero presidente, ho chiamato i responsabili dei vari Festival e ho posto loro un chiaro interrogativo e cioè cito: E se riuscissimo a metterci insieme si potrebbe parlare di questi progetti che vengono presentati alle Letture portfoli e contribuire a pubblicizzarli. Non ero convintissimo e l’ho buttata lì con un po’ di timore ma l’idea era costruire una selezione tra i porfoli presentati nei vari festival con la premiazione del migliore in assoluto. Stranamente ho trovato consenso di primo acchito.

La crescita è stata esponenziale e, secondo me, si sono affacciati comunque parecchi fotografi professionisti.  

È chiaro che se parliamo di reportage, i fotoamatori sono messi molto male, non è nelle loro corde, non si muovono laddove potrebbero esserci eventi da documentare e testimoniare, ma l’importante è che la risposta c’è stata”.

Esiste una realtà come Portfolio Italia nel resto d’Europa?

“All’estero una cosa del genere non è mai esistita. Certo esistono molti festival importanti, Arles su tutti o, per esempio, anche PHotoESPAÑA a Madrid. E avevo accarezzato l’idea di esportare questa idea creando Portfolio Europa in quattro o cinque paesi.

Ci ho provato ma Il problema è che non ci sono associazioni. La differenza con noi, compresa la Federazione francese è abissale. Tanto di cappello ai grandi professionisti francesi ma dal punto di vista amatoriale sono almeno 15 anni indietro. Qui è diverso. Negli anni molti Festival sono cambiati, alcuni sono usciti ma si sono create nuove realtà che vanno per la maggiore”.

Quali sono le nuove realtà?

“Si sono create nuove rassegne che anni fa non esistevano come i Festival di Cortona, Lodi, Lucca, Savignano o Reggio Emilia. Noi abbiamo proseguito e direi che sono soddisfatto ma naturalmente mi dispiace per il netto calo di quest’anno, dovuto però a un periodo anormale”.

Parliamo dei portfoli, i lavori dei fotografi presentati ai critici di fotografia e ai Photo editors nei diversi Festival, Le storie dei nuovi autori sono più strutturate?

“Rispetto al passato la cosa è abbastanza assodata. Gli autori quando si accingono a presentare un Portfolio oggi li progettano e, se una volta erano più occasionali e tra i portfoli che dovevamo visionare, si trovavano spesso raccolte di immagini di un viaggio personale o delle vacanze in famiglia senza un’idea complessiva, oggi sono molto minori. I lavori dei Circoli, soprattutto nell’ultimo anno, e anche gli interventi che abbiamo fatto, in qualità di esperti, hanno chiarito un po’ le idee ai foto amatori dei circoli italiani.

E le nuove generazioni partecipano con piacere ai Circoli e a queste Letture Portfoli?


Parecchio, si presentano molto più spesso ai lettori per far leggere i lavori più che ai concorsi. Piace l’idea della discussione, del dialogo, della riflessione. È anche assodato che i fotoamatori sono sempre alla ricerca di gratificazioni parlando con i photo editor e i critici.

I giovani sono molto bravi, attenti e spesso e volentieri vengono nei circoli fotografici e ci farebbe piacere rimanessero con noi e determinassero un rinnovo e un cambio generazionale.

Mariateresa Cerretelli
Giornalista e Photo editor, scrive di fotografia, arte e costume per le testate del gruppo Class e collabora con diversi giornali tra i quali The Wall Street International Magazine, Artslife e Popdam Magazine. Si occupa del coordinamento della fotografia per gli Speciali di Bell’Italia, Cairo editore. Da molti anni è curatrice di mostre. Tra le più recenti Wilder mann di Charles Fréger a Lucca e Bianchi Sussurri di Caroline Gavazzi a Milano allo Spaziokappa32. Ha presentato alla Triennale Milano con AFIP, le lectio magistralis dedicate a Gabriele Croppi e Mario Cresci. Dal 2017 coordina gli incontri con i fotografi, dai grandi maestri ai giovani talenti, all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato. Collabora alla realizzazione di progetti editoriali, brochures, presentazioni, installazioni di fotografie e libri. Dal 2000 partecipa a Giurie di fotografia e a Letture Portfoli nei festival italiani. È Presidente del GRIN, il gruppo dei redattori iconografici nazionale.

Photo by Renato Grignaschi

Fotografia

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