PHOTOFESTIVAL E PHOTO WEEK 2019. Fotografia a Milano

PHOTOFESTIVAL E PHOTO WEEK 2019. FOTOGRAFIA A MILANO

di EDOARDO PILUTTI

Dalla fine di aprile a luglio, per il quattordicesimo anno consecutivo, Milano offre circa centottanta mostre di fotografia inserite all’interno di un festival curato da Roberto Mutti, in diverse sedi come biblioteche, studi d’architettura, gallerie d’arte, centri culturali, aziende, case editrici, musei.

Ora stanno concludendosi le ultime esposizioni di fotografia inaugurate alcune settimane fa, come ad esempio la personale Sapore di Sale di Guido Alimento (alla galleria MADE4ART fino al 20 luglio, a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo), il quale ritrae il mare attraverso dettagli ravvicinati e astratti, fissando il costante mutare di un elemento in continuo movimento, quasi alla ricerca di uno specchio simbolico per riflettere l’incessante ricerca di serenità dell’animo umano.

Inserito anche nel contesto di Photo Week (palinsesto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato alla fotografia contemporanea), alla galleria ARTESPRESSIONE di Paula Nora Seegy è ancora visibile su appuntamento (tel. 329 9648086) il lavoro dello svizzero Didier Ruef dal titolo Homo Helveticus, a cura di Matteo Pacini e con una presentazione di Carla Burani: una ricognizione freddamente critica e talvolta ironica, condotta negli ultimi trent’anni sulle tre culture presenti in Svizzera e corrispondenti alle tre regioni linguistiche: l’italiana, la francese e la tedesca. In galleria sono presenti solo alcuni dei 168 scatti in bianco e nero raccolti nel libro edito nel 2018 da Till Schaap Edition, dove la prefazione di Thomas Maissen elabora i temi trattati dalle immagini, evidenziandone le contraddizioni: simboli e stereotipi nazionali, ossessione per la pulizia, esercito e armi, sessualità, paesaggio e animali.

Fa parte del programma di MILANO PHOTO WEEK 2019 anche la personale di Gil Rigoulet, Molitor 85, a cura di Claudio Composti ed Elisabetta Polezzo, promossa dal Comune di Milano – Cultura presso l’Acquario Civico.

Si tratta di è un progetto realizzato 34 anni fa, nel 1985 appunto, in cui, con Polaroid e stampe in bianco e nero, il fotografo francese ha narrato il clima di quella piscina alle porte di Parigi, abbattuta nel 1989 ma ricostruita nel 2014. Alla Piscine Molitor nel 1946 era stato presentato per la prima volta il bikini, ideato e disegnato da Louis Réard, segnando così una mitica svolta nella moda balneare e nel costume sociale dell’intero mondo occidentale.

Molitor 85 testimonia di uno stato d’animo e di un clima oggi sempre più rari (persi in nome di una privacy talvolta autistica e di un fasullo concetto di sicurezza), intrisi di gaiezza, libertà e leggerezza; non vi era alcun turbamento per lo sguardo, fugace ma sensuale, dell’obiettivo fotografico sulle curve di corpi femminili appena nascosti da costumi bagnati, come sulle linee architettoniche della famosa piscina. Della mostra resta un libro da collezione, pubblicato da The(M) Edition nel 2015, con acclusa una piccola Polaroid (informazioni vi@ch2.it).

Visitabile in luglio e agosto su appuntamento (info@spaziokappa32.com) è la mostra EXPO 2015 Revisited che, presso la galleria SPAZIOKAPPA32 presenta oltre una ventina di stampe di grande formato elaborate in camera chiara sulla base di scatti effettuati agli esterni dei padiglioni della famosa Esposizione Universale tenutasi nei pressi di Milano nel 2015. L’autore, Marco Neri (studi di Architettura e Industrial Design, attività di grafico, recensioni su riviste di fotografia fin dagli anni Ottanta), ispirato forse anche da certa filmografia fantascientifica, ha creato delle immagini di strutture architettoniche misteriose e talvolta allucinanti, traducendo sulla stampa fotografica una sua capacità visionaria ed onirica che dà vita a forme sia pur simmetriche e capaci di mantenere un valore decorativo, che sembrano provenire da mondi lontani.

Presso lo Spazio Kryptos, su appuntamento (02.91705085 dal lunedì al venerdì) è ancora visibile la mostra dello splendido sessantenne Pietro Rovida: Seduzione, a cura di Roberto Mutti. Si tratta di una nutrita serie di stampe e diapositive collocate in due sale espositive appartenenti ad uno studio di architettura, che riprendono delicati e flessuosi nudi femminili grazie alla disponibilità di una giovane modella che col fotografo ha stabilito un rapporto di fiducia, un rapporto delicato e complesso che ha permesso all’autore quello studio e quella riflessione in seguito a cui s’impone la genuinità della sua visione. La mostra è divisa in due sezioni: nella prima vi sono ambientazioni oscure e misteriose, con la presenza di grandi contenitori metallici quasi fossero una natura morta, da cui il corpo femminile emerge ad una luce dai toni caldi, comunicando sensualità in diverse posture, con diversi gesti e differenti sguardi; nella seconda sezione la morbida fisicità del corpo muliebre, a volte accompagnato da veli colorati, si trova immersa nell’acqua o inscritta nella geometria delle porte dell’edificio di una piscina in cui domina un’intensa e colorata luminosità.

Sempre inserita nel contesto del Photofestival, è stata la mostra di grande rilievo storico: Il Soggetto Imprevisto 1978 Arte e Femminismo in Italia, a cura di Marco Scotini e Raffaella Perna, in cui sono raccolte le opere, non solo fotografiche, di circa cento artiste italiane ed internazionali (da Lisetta Carmi a Francesca Woodman, da Ketty La Rocca a Carol Rama) che attorno al 1978 (anno in cui F. Woodman espose per la prima volta le sue stampe a Roma in una libreria-galleria; e anno in cui alla XXXVIII Biennale di Venezia Mirella Bentivoglio organizzò la mostra Materializzazione del Linguaggio, in cui esposero un’ottantina di artiste rivendicando maggiore visibilità) produssero lavori imperniati sul corpo femminile e sulla parola. Quei lavori portati in mostra nelle sale di FM Centro per l’Arte contemporanea (www.fmcca.it – info@fmcca,it) sono stati suddivisi in quattro aree tematiche: il linguaggio e la scrittura, l’oggetto e il mondo domestico, l’immagine e l’autorappresentazione, il corpo e la performatività. In questa imponente collettiva museale sono state evidenziate le relazioni tra pratiche artistiche e movimenti sociali (anche mondiali, come ad esempio il primo convegno internazionale in uno stato comunista, la Yugoslavia di allora, a Belgrado proprio nel 1978) per mettere in luce i progetti, i differenti codici espressivi e gli enunciati di quello che la critica d’arte Carla Lonzi ha definito un “Soggetto Imprevisto”, cioè la donna che emerge sulla scena artistica e sociale, divenendo soggetto attivo, rifiutando censure e autocensure.

Testo e immagini d’insieme di Edoardo Pilutti                   edoardo.pilutti@gmail.com

Si ringrazia per le altre immagini fornite:

MADE4ART, V. Schieroni ed E. Amodeo

Artespressione Matteo Pacini

Ufficio stampa Veronica Iurich

Fotografia Fotografia, di Edoardo Pilutti Gallerie

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