PAOLO WOODS

GALLERIA VALERIA BELLA Milano

PILLOLE

(da PÈPÈ a HAPPY PILLS)

a cura di Alberto Pempinelli

Nella sua vita girovaga, Paolo Woods sbarca a Haiti nel 2010 per starci 6 mesi.

Finirà per abitarci 4 anni.

L’isola caraibica non è un paradiso fiscale, non è un paradiso naturale, non è nemmeno un paradiso per turisti. Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo.

Paolo Woods non si focalizza sulla povertà ma su quello che rende il paese unico.

Ne nascono vari progetti fra cui Pèpè, e Happy Pills che sono messe in mostra da Galleria Valeria Bella dopo essere state esposte in vari musei e festival della fotografia in giro per l’Europa.

Pèpè è come gli Haitiani chiamano gli abiti di seconda mano che arrivano per container dagli Stati Uniti al porto della capitale, e che ormai vestono la maggior parte della popolazione. L’ironia è che spesso, soprattutto le T-shirt, sono state originalmente prodotte ad Haiti per il mercato americano.

“Una maglietta prodotta per Walmart nelle misere fabbriche di Port-au-Prince sarà prima indossata da un texano e poi, in qualche modo, restituita al mittente, che finalmente potrà indossarla. La T-shirt è il luogo preferito dagli americani per l’espressione di sé, una sorta di cartellone personale, dove si condensano convinzioni politiche, filosofiche e religiose, ma anche i peggiori slogan immaginabili. Gli Haitiani che portano queste magliette in seconda battuta sono spesso ignari del significato delle frasi che indossano. Mentre vivevo ad Haiti sono andato a caccia della T-shirt perfetta” racconta Paolo Woods.

Happy Pills, è un vasto progetto fotografico che è contemporaneamente una mostra, un libro ed un film. Indaga il nostro rapporto con le pillole e se si possa davvero incapsulare la felicità. Happy Pills Inizia con una serie di ritratti in grande formato dei mercanti ambulanti di medicinali che operano nelle strade di Port-au-Prince, la capitale di Haiti, come pretesto per affrontare il rapporto tra il desiderio e la promessa, tra il consumatore e il venditore.

Come racconta Arnaud Robert, coautore del volume, “queste farmacie portatili paiono installazioni d’arte contemporanea o un’esposizione di coloratissimi dolciumi, ma sono anche delle torri di babele chimiche pericolose come una roulette russa, a causa dell’incompetenza dei venditori e la frequente contraffazione dei prodotti.”

La pillola è il leitmotiv del nostro inconscio collettivo e della cultura pop, da Alice nel Paese delle Meraviglie a Matrix: una soluzione quasi magica alle nostre difficoltà e alle limitazioni della nostra condizione umana. La promessa di trasformazione e guarigione attraverso la chimica offre la metafora più perfetta per una società che crede solo nell’efficienza, nel potere, nella giovinezza e nelle prestazioni.

Una società per la quale la felicità è un’ingiunzione.

In Happy Pills c’è anche la serie Home Pharma realizzata in collaborazione con Gabriele Galimberti.

In più di venti paesi hanno posto una domanda molto semplice: “Potete mostrarci le vostre pillole?”

Un armadietto dei medicinali è un registro biografico dei mali di una persona, un archivio unico di disturbi del passato. È anche un ironico confessionale, che rivela i segreti dei nostri stati d’animo oscillanti, sentimenti interiori e debolezze.

­­­­Se conserviamo tutti questi farmaci, forse è perché ci ricordano che possiamo migliorare.

Paolo Woods Bio

Paolo Woods è nato a L’Aia (NL) da madre olandese e padre canadese. Cresciuto in Italia, ha vissuto a Londra, Parigi, Haiti e in Costa d’Avorio. Attualmente risiede a Firenze.

Paolo Woods si dedica a progetti a lungo termine che fondono fotografia documentaria e ricerca. 

Nel 2003, insieme al pluripremiato scrittore Serge Michel, ha pubblicato Un Monde De Brut (Pianeta Petrolio). Affrontando il tema dell’industria petrolifera, questo progetto ha comportato il lavoro in dodici Paesi, tra cui Angola, Russia, Kazakistan, Texas e Iraq.

Nel 2004 ha pubblicato il libro American Chaos, un reportage dettagliato sulla débâcle occidentale in Afghanistan e in Iraq. Entrambi i libri sono stati pubblicati in Francia e in Italia e come portfolio in decine di riviste internazionali.

Nel 2007/2008 ha documentato la spettacolare ascesa dei cinesi in Africa. Il libro, Chinafrica, sempre cofirmato con Serge Michel, è stato pubblicato in Francia e tradotto in undici lingue, tra cui inglese, spagnolo e cinese. L’opera è stata acclamata come l’indagine più approfondita sul fenomeno e come un incontro esemplare tra giornalismo longform e fotografia documentaria. Il libro ha riscosso un notevole successo commerciale, vendendo oltre 40.000 copie solo in Francia.

Nel 2010 ha completato il progetto Walk on my Eyes, un ritratto intimo della società iraniana. Il libro che ne è nato è stato pubblicato in francese, tedesco, spagnolo e persiano e la mostra è stata presentata in anteprima al Festival di Arles, in Francia.

Nel 2010 Paolo si è trasferito ad Haiti. Nel 2013 ha pubblicato STATE e PÈPÈ, entrambi libri firmati insieme allo scrittore Arnaud Robert. La mostra prodotta dal Musée de l’Elysée in Svizzera è stata la più vista nella storia del museo.

Nel 2012 ha iniziato un progetto triennale intitolato The Heavens. Realizzato con il fotografo Gabriele Galimberti, è stata la prima indagine fotografica sul funzionamento dei paradisi fiscali. La mostra è stata inaugurata nel 2015 al Festival di Arles in Francia e ha fatto il giro del mondo. Il libro è stato selezionato come uno dei migliori libri fotografici del 2015. 


Nel 2021, insieme ad Arnaud Robert, ha completato Happy Pills, un progetto quinquennale sul perché le pillole sono la nostra nuova religione e su come le aziende farmaceutiche commercializzano la felicità. Happy Pills è un libro, una mostra attualmente in tournée mondiale e il primo film di Woods, presentato in anteprima al Festival dei Popoli nel 2022. 

Nel 2022 è stato nominato direttore artistico del festival Cortona On The Move, il principale festival fotografico italiano, la cui prima edizione da lui curata si intitola “Me, Myself and Eye”.

Paolo è autore di otto libri e i suoi progetti sono regolarmente pubblicati sulle principali testate internazionali con recensioni, fra gli altri, sul NYT, Le Monde, il Guardian. Ha avuto mostre personali in Francia, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Cina, Spagna, Germania, Olanda e Haiti e numerose mostre collettive in tutto il mondo. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui il Musée de l’Elysée, l’Unipol, la Biblioteca Nazionale Francese, la FNAC, la collezione Al-Thani, la collezione Servais. Ha ricevuto vari premi, tra cui due World Press Photos. È cofondatore di RIVERBOOM, collettivo e casa editrice che esplora i limiti del linguaggio fotografico.

Arnaud Brunel and his wife Candelita in their house in Lausanne, Switzerland. Arnaud is businessman and CEO of Tectona. He is also an avid collector of photography and supporter of various photographic institutions. In the photo some of the works he owns are visible, including by Richard Avedon, Andres Serrano and Vik Muniz.

Paolo Woods ci presenta una serie di fotografie dalla doppia valenza. La prima relativa alla fotografia in sé rappresenta in maniera inequivocabile la realtà dura e povera di Haiti e nello stesso tempo racconta la triste situazione dei giovani. Tuttavia, il loro sguardo è stranamente tranquillo ed esprime una sorta di fiducia nell’avvenire e di speranza. Essi non sembrano rassegnati e non lanciano messaggi diversi da quelli stampati sulle loro magliette usate, scritti in una lingua probabilmente a loro sconosciuta.

La seconda valenza, più profonda, è relativa al messaggio implicito che questi giovani ci trasmettono. Sono poveri e per sbarcare il lunario vendono medicine alla rinfusa, private delle scatole e delle istruzioni. Essi stessi non sono né medici né infermieri ma sperano o ritengono di vendere qualcosa di magico che, con la forte medicina occidentale, sostituisce i riti di guarigione della tradizione voodoo.

Incredibilmente, senza saperlo, hanno scoperto l’effetto placebo. Qualcuno dei ‘clienti’ guarirà con la medicina anche se la prescrizione è sbagliata. Se riflettiamo anche noi occidentali prendiamo le medicine ma chiamiamo ‘bugiardino’ le indicazioni. Abbiamo anche inventato le medicine di libera vendita senza obbligo di prescrizione medica.

Per gli attempati visitatori della mostra si manifesta un richiamo musicale ad una vecchia canzone del 1957 di Renato Carosone dal titolo “pigliate na pastiglia”. Fu un successo internazionale e narrava di un giovane innamorato deluso, vittima di una persistente e inguaribile insonnia. Gli amici lo invitano per guarire a prendersi “una pastiglia” e a sostituire la camomilla con il glicerofosfato…. Le due situazioni incredibilmente hanno una certa analogia. Il che non è cosa da poco.

Alberto Pempinelli

Paolo Woods, PILLOLE (da PÈPÈ a HAPPY PILLS)

Mostra di Fotografia dal 8 al 28 febbraio 2023

Inaugurazione Martedì 7 febbraio dalle 18.00 alle 21.00

GALLERIA VALERIA BELLA

Via Santa Cecilia 2, Ingresso da via San Damiano

20122 Milano

Tel 0276004413 – 335 6769748

photo@valeriabella.com

www.valeriabella.com

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