Cosimo Privato e gli altri
Pittura Veneta a Caorle – Venezia
di Edoardo Pilutti
In una località balneare adriatica caratterizzata dal duomo medievale e da un campanile cilindrico romanico, a sessanta km a nord- est di Venezia, è aperta al pubblico una piacevole esposizione di quadri eseguiti da autori veneti nel Novecento.
Grazie anche alla disponibilità di numerosi collezionisti privati, sono esposte opere di Alessandro Milesi, Pio Semeghini, Teodoro Wolf Ferrari, Alessandro Pomi, Guido Cadorin, Virgilio Guidi, Luigi Vincenzo Cobianco, Mario Vellani Marchi, Marco Novati, Carlo Cherubini, Juti Ravenna, Neno Mori, Cosimo Privato, Eugenio Da Venezia, Giorgio Valenzin, Luigi Scarpa Croce, Mario Varagnolo, Bruno Saetti, Aldo Bergamini, Gigi Candiani, Carlo Dalla Zorza, Rino Villa, Fioravante Seibezzi, Nando Coletti, Zoran Mušič, Renzo Zanutto, Armando Pizzinato, Giovanni Barbisan, Mario Dinon, Toni Fontanella, Giampaolo Domestici, Saverio Barbaro, Domenico Boscolo Natta, Miro Romagna, Renato Borsato, Giuseppe Gambino, Riccardo Licata, Piero Slongo, Alberto Gianquinto, Silvio Marchesan, Elvio Trevisan, Renato Trevisan, Giancarlo David.

Si tratta di dipinti eseguiti da maestri delle scuole di Ca’ Pesaro e di Palazzo Carminati, i quali sono stati in grado di creare e preservare un linguaggio artistico ben distinto dalle mode dell’astrattismo e dell’informale, fondendo la tradizione dei grandi della pittura veneziana del Settecento con la visione e la tecnica pittorica degli impressionisti francesi.
Ad arricchire il percorso espositivo sono presenti anche dipinti della Collezione Civica del Comune di Caorle, acquisiti negli ultimi decenni in occasione di varie mostre e concorsi, e circa una ventina di opere del gruppo degli artisti promotori: Giorgio Di Venere, Marilena Iseppi, Donino Borin, Ennio Cagnin, Salvino Boscolo, Willy Pontin, Gianni Trevisan, Toni Trevisan, Luigi Voltolina, Antonio Zanon.

Il progetto culturale è quello di evidenziare il tradizionale ed illustre sentire artistico veneziano che, come scrive la stessa curatrice della mostra Lorena Gava, docente e critica d’arte, “…nonostante l’onda tellurica del contemporaneo che avanzava anche a Venezia nel ‘900, non ha fatto mai venire meno lo sguardo sulla città, sulle superfici fluide, sulle architetture avvolte dall’atmosfera corrusca che sfalda i profili e i contorni”. Un linguaggio pittorico in cui “ad emergere è la varietà delle movenze e delle forme della grande pittura veneta, che nell’olimpo delle voci espressive, non può rinunciare agli incantesimi del paesaggio, della luce e delle mai perdute forme del mondo”.
Fra gli autori della collettiva è presente Cosimo Privato, un artista che è stato omaggiato da due importanti personali la scorsa primavera: una presso il Palazzo della Provvederia del Comune di Venezia-Mestre, l’altra presso Palazzo Sarcinelli a Conegliano (Treviso), per la cura dell’Associazione Culturale Paolo Rizzi, con il coordinamento di Rina Dal Canton e Luca Fontanella.

La Primavera di Cosimo Privato, la mostra presso il cinquecentesco Palazzo della Provvederia a Mestre, era stata preceduta da una conferenza con intervento critico dello storico dell’arte Marco Dolfin, presso il Centro Culturale Candiani del Comune di Venezia.
Cosimo Privato (Venezia 1899-1971) raggiunse un certo successo già sul finire degli anni Venti. Nel 1926 venne invitato alla Biennale, dove espose successivamente ad ogni edizione fino al 1938. All’Opera Bevilacqua La Masa in piazza San Marco espose ogni anno dal 1920 al 1940. Tra le sue mostre più importanti si ricordano l’Esposizione di Pittsburg (USA) nel 1932, la Quadriennale a Roma nel 1935 e le collettive a Praga, Vienna, Varsavia, Atene e Sofia, organizzate dalla Biennale. Numerose furono le sue personali in gallerie private, a partire dal 1930 a Milano, ed in seguito a Padova, Trieste, Bergamo, Verona e Venezia. Una grande retrospettiva antologica è stata organizzata nel 1999 dal Comune di Venezia (sindaco Massimo Cacciari) presso Villa Ceresa a Mestre, per il centenario dalla nascita.

In Cosimo Privato, come negli altri pittori che hanno innestato sulla tradizione tardo ottocentesca una nuova gestualità che permetteva alla sostanza materica del colore di trasformarsi in luce, è presente quel germe che ha poi comportato, nel secondo dopoguerra, l’avvento anche in Veneto di una nuova generazione (Afro, Santomaso, Tancredi, Vedova) che ha tracciato un percorso di accostamento alle avanguardie internazionali.
Ormai l’artista ha implicite pretese, spesso soltanto fantasiose, di svolgere un ruolo anche da sociologo, da antropologo, da urbanista, da biologo, da fisico, da psicologo. Proprio Emilio Vedova, nelle sue lezioni in Accademia, soleva insistere su questo punto: “L’artista ha qualcosa da insegnare anche ai medici!” E delle ragioni le aveva.
Cosimo Privato era molto più umile, si atteneva al ruolo di pittore, eppure non ignorava il male del mondo, il male di vivere: solo che sapeva trasformare, attraverso colori felici e seducenti, le tenebre dell’animo umano in luce; voleva trasformare, e ci riusciva, l’angoscia e la malinconia in una visione armonica del mondo.
Fotografie di Edoardo Pilutti (relative ad opere di Cosimo Privato) edoardo.pilutti@gmail.com
La stagione illustre. Pittura veneta in mostra a Caorle
Centro Culturale Bafile,
Rio Terrà delle Botteghe, Caorle (VE)
3 luglio – 4 settembre 2022
Tel. 0421 219254
www.caorle.eu www.paolorizzi.it
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Una bellissima mostra. L’arte tocca sempre il cuore