Chiostro del Bramante – BACON / FREUD – La scuola di Londra – Roma, 2019
Bacon, Seated Figure, T00459 Bacon, Study for Portrait 11, T02414 X00112 gv 0002 Freud, Boy Smoking, T12618 Freud, David and Eli, L03637 Freud T11793 Freud, Standing by the Rags, T05722
CHIOSTRO DEL BRAMANTE – ROMA BACON / FREUD – LA SCUOLA DI LONDRA
di Edoardo Pilutti
Stretto fra vicoli rinascimentali, subito dietro a Piazza Navona e a un passo dall’hotel Raphael (divenuto celebre nei primi anni Novanta per l’assedio vituperoso della folla romana al milanese ex capo del Governo Bettino Craxi), trova sede la chiesa di Santa Maria della Pace, con annesso un chiostro su due livelli progettato nei primissimi anni del Cinquecento dall’architetto e pittore urbinate Donato Bramante.
Si tratta di un cortile a pianta quadrata circondato da sedici pilastri che formano un portico continuo di volte a crociera, con un ordine di lesene ioniche al piano terra, mentre al livello superiore vi sono lesene pseudo-corinzie, con l’inserimento di colonnine libere. All’interno del portico le lunette sul muro di fondo sono affrescate con Storie della vita della Vergine, ed alcuni episodi miracolosi della vita di altri santi.
Nelle sale dell’edificio circostante è allestita la mostra “Bacon e Freud, la scuola di Londra” a cura di Elena Crippa, Curator of Modern and Contemporary British Art, della Tate Gallery, che raccoglie quarantasei lavori prodotti tra il 1945 ed il 2004, prevalentemente oli su tela con la presenza di qualche disegno su carta, di quella che sarebbe più corretto definire La squadra di Londra, cioè un gruppo di sei pittori che hanno vissuto e dipinto le loro opere nella capitale britannica prevalentemente nella seconda metà del Novecento, ma con stili notevolmente personali ed eterogenei.
Si tratta di sei artisti che si sono incontrati e frequentati a Londra, ma nati quasi tutti altrove tra l’inizio del Novecento e gli anni Trenta, immigrati in Inghilterra per vari motivi: Bacon, Freud, Auerbach, Andrews, Kossoff e Rego.
Singolare la vicenda dell’irlandese Francio Bacon (1909 – 1992) il quale, scoperto dal padre militare di carriera ad indossare la biancheria intima della madre, viene picchiato ed allontanato dalla casa paterna, rifugiandosi quindi a sedici anni nella metropoli londinese.
Lucien Freud (1922 – 2011), nipote del celebre neurologo viennese Sigmund scopritore della psicoanalisi, da preadolescente deve fuggire dalla Germania nazista al seguito della famiglia per scampare allo sterminio degli ebrei.
Frank Auerbach (1931) effettuerà la stessa migrazione pochi anni dopo.
Michael Andrews (1929-1995), norvegese, e Paula Rego (1935), portoghese, abbandonano i loro paesi natii per studiare presso le scuole d’arte inglesi.
Leon Kossoff (1926-2019) è l’unico nato a Londra ma da genitori ebrei russi precedentemente immigrati.
Tutti pittori che hanno avuto riconoscimenti a livello mondiale, esponendo e vincendo premi in numerose sedi istituzionali come alla Biennale di Venezia, al Metropolitan Museum of Art di New York, al Grand Palais di Parigi, alla Tate Britain ed alla National Gallery di Londra, al Van Gogh Museum di Amsterdam, al Kunstmuseum di Bonn, alla Biennale di San Paolo in Brasile, al Museo Nacional Reina Sofia di Madrid.
I dipinti esposti secondo uno sviluppo cronologico e tematico raccontano individui (amici, familiari) luoghi, vita vissuta dagli artisti secondo la loro soggettività, riuscendo però a mostrare aspetti profondi e intriganti dell’essere umano occidentale, dalla sua umile corporeità alla sua esaltata vitalità, dalla sofferenza depressiva a quella psicotica. Bacon (sublimando genialmente la sua perversione) realizza tale risultato distorcendo e storpiando volti e corpi in modo sconvolgente; Freud (una vita consacrata alla sregolatezza sessuale, diviso fra varie amanti da cui ebbe diversi figli, condividendone una anche con Picasso) nei suoi ritratti cerca d’indagare la psiche umana rappresentando corpi inermi e flaccidi come per significare una spossatezza dell’animo, una vacua tristezza mitigata dal sogno disincantato, una sensuale tragicità.
Il percorso espositivo è spiegato da un’audio-guida estremamente dettagliata e ricca di vari aneddoti e curiosità, a cura e con la voce di Costantino D’Orazio, storico dell’arte, saggista e conduttore radiofonico.
All’interno della mostra è inoltre presente una sorprendente opera cinematografica, il cortometraggio “The Naked Truth”, per la regia di Enrico Maria Artale (un giovane che ha già ottenuto dei riconoscimenti in ambito internazionale) centrata su fantasticate supposizioni relative a due dei più intriganti quadri di Freud presenti in mostra. La totale messa a nudo dei corpi degli attori, soprattutto di quello maschile, non è vietata ai minori: anzi, per i bambini è stata approntata una differente audio-guida didattica, incentrato sull’invenzione di un simpatico extraterrestre alla scoperta dell’essere terrestre e del suo corpo, a cura di Antenna International.
Da non dimenticare uno sguardo contemplativo all’affresco di Raffaello Sanzio, eseguito nel 1514 nell’adiacente chiesa di Santa Maria della Pace, ben visibile da un finestrone all’interno della caffetteria del complesso. Il dipinto rappresenta delle figure soavi e misteriose, e s’intitola Sibille e Angeli. Può servire per tranquillizzarsi con la serenità trasmessa dalla raffigurazione del maestro rinascimentale, dopo la conflittualità e l’enigma percepito nei dipinti contemporanei.
Edoardo Pilutti edoardo.pilutti@gmail.com
Chiostro del Bramante, via Arco della Pace, 5, Roma http://www.chiostrodelbramante.it
fino al 23 febbraio 2020
dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 20.00
sabato, domenica e festivi ore 10.00 – 21.00
24 dicembre ore 10 – 17 25 dicembre ore 17 – 22 31 dicembre ore 10 – 18.30
la biglietteria chiude un’ora prima