SERGIO RUBINO

Ricordando l’artista anacaprese

di Yvonne Carbonaro

Sergio Rubino, che ci ha lasciati a novembre del 2021, era nato ad Anacapri nel 1948. Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto d’Arte si abilita all’insegnamento, ma decide poi di dedicarsi a tempo pieno alla produzione di opere artistiche. Il pennello passa con facilità dalla tela alla terracotta. Dà vita ad un importante laboratorio di ceramica e ottiene numerosi e prestigiosi riconoscimenti, così come testimoniano molti articoli di giornali e riviste. Frequenta artisti ed intellettuali di varie parti del mondo che recandosi a Capri desiderano conoscerlo, tra questi Graham Greene.

Avendo da tempo maturato notevoli competenze in merito al restauro, alla fine degli anni Settanta si impegna nel difficilissimo risanamento conservativo del Cristo ligneo del 1700 attualmente collocato sull’altare maggiore della Chiesa di Santa Sofia, procedendo nel consolidamento strutturale, nella ricostruzione delle parti mancanti, nel trattamento antitarlo, nella ripulitura della superficie.

Si occupa anche del restauro degli stucchi dell’altare maggiore della chiesa di S. Michele, entrambi ad Anacapri.

Da assessore tra il 1982 e il 1983 attira ad Anacapri artisti e critici come Arnaldo Pomodoro, Gianni Pisani, Gillo Dorfles, per gli incontri su Questioni delle Arti. Conosce Papa Giovanni Paolo II.

Agli inizi degli anni Novanta si trasferisce in America con la moglie e i due figli Michelangelo e Raffaello, fonda la Rubino’s Art Village a Jeffersonville, nello stato di New York (fig. 5). Suoi lavori sono esposti in prestigiose collezioni pubbliche e private (anche di capi di Stato), tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York e il Bermudian Underwater Exploration Institute, Hamilton, Bermuda. Suo il progetto di rifacimento dell’ingresso e facciata del teatro e della piazza antistante nella città di Aschaffenburg in Germania.

Ritorna ad Anacapri dove crea fantastici rivestimenti di maioliche, fontane, vasche, tavoli, piatti, vasi, oggetti e figure di varie dimensioni. Riceve committenze private per le più belle ville dell’isola e per negozi come Carthusia, ma soprattutto si dedica a lavori di pubblico interesse. Disegna una serie di cartoline “Acquerelli di Capri” da cui sono stati realizzati poster e foulard. Ottiene molti nuovi riconoscimenti ufficiali. Le opere di Sergio Rubino sono pubblicate da numerosi cataloghi d’arte, anche della Mondadori.

Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, il 2 giugno 1996, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli conferisce l’onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica.

Grande disegnatore, grande ceramista, nella sua scuola-laboratorio ad Anacapri si assume il compito di insegnare l’arte della ceramica ai giovani del luogo riprendendo la tradizione della ceramica tempo addietro consolidata nell’isola. Egli stesso arreda alcuni luoghi simbolo del paese secondo una tradizione tutta mediterranea della “riggiola” dipinta. Le sue panchine maiolicate, che delimitano su due lati il sagrato della chiesa in piazza Diaz, lasciano a bocca aperta chi ha modo di ammirarle. I colori, i fregi dipinti, le scene degli antichi mestieri e degli usi locali sono di una bellezza e di una naturalezza che colpisce e che proietta in un passato prossimo che non c’è più.

Ha poi realizzato 200 opere in ceramica sistemate lungo il “Sentiero dei Fortini” ad Anacapri, oggi Ecomuseo, unico al mondo, nel suo genere. Un vero capolavoro costituito da una serie di ceramiche a forma di libri aperti cementati lungo il percorso che va dalla zona del Faro a quella della Grotta Azzurra. Una fantastica passeggiata costiera di circa tre ore con una continua variazione di paesaggio e di ambiente: lungo il cammino i libri aperti illustrano via via in italiano e in inglese gli esemplari della flora e fauna del posto, ciascuno sia con il nome scientifico che in italiano, in inglese e nel dialetto caprese.

Sentiero dei fortini, durante il montaggio dei libri – Sergio Rubino

Conosce e sposa in seconde nozze Silke, una giovane tedesca alta e sottile con il portamento da indossatrice e un carattere dolce e collaborativo, che gli sarà compagna, allieva e assistente e con cui trascorrerà serenamente gli ultimi 25 anni.

Appassionato di archeologia e in particolare dell’archeologia della sua amatissima isola, Rubino da anni aveva avuto la geniale intuizione di voler ricreare idealmente la Capri imperiale che

con Tiberio divenne sede stabile dell’imperatore. Ottaviano aveva frequentato l’isola per brevi soggiorni estivi e voluto la costruzione del Palazzo a Mare, in una zona fresca e ventilata sul mare. Tiberio all’età di 67 anni, stanco ed amareggiato dagli intrighi romani, si rifugiò a Capri in cerca di pace e di solitudine e vi trascorse gli ultimi 10 anni, tra il 27 ed il 37 d.C. realizzandovi vare splendide dimore.  Era uno studioso di astronomia e dall’osservatorio di Villa Jovis sul monte Tiberio a Capri e quello di Villa Damecuta ad Anacapri, studiava il cielo e le stelle, oltre a controllare a 360 gradi il mare circostante.

Rubino ha avuto l’ispirazione di ricostruire la Capri di Tiberio mediante una serie di acquerelli che sono rimasti inediti per circa venti anni. Sostenuto da sua moglie Silke ha finalmente proceduto nel progetto di esporre e pubblicare l’intera raccolta. Bruno Flavio e Manuela Schiano hanno curato l’esposizione in anteprima, intitolata “Capri Caput mundi”, presente l’artista, a settembre 2021 a Capri nel museo Villa Lysis.

Rubino è finito a novembre del 2021 e non ha dunque avuto modo di presenziare all’inaugurazione della stessa mostra, prevista per l’estate 2022 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a cui teneva tanto. In sua memoria e per rendergli meritato omaggio, i curatori insieme alla moglie Silke hanno fortemente voluto che l’evento avesse comunque luogo in quella sede prestigiosa. La mostra è stata collocata nella Galleria degli Imperatori, corredata di interessanti cartelli esplicativi. È in preparazione il catalogo completo della raccolta.

La particolarità dei disegni di Rubino consiste nella fantasiosa eppure precisa e plausibile riproduzione virtuale dei luoghi e delle ville romane. Concretizza davanti ai nostri occhi strutture architettoniche imponenti, perfettamente inserite nel contesto roccioso del luogo, favolose come quelle che ritroviamo in alcuni affreschi pompeiani, ricche di statue, colonne e decorazioni, con colori vividi e brillanti. L’armonica fusione di fantasia e realismo, che ha sempre caratterizzato la poetica e l’estetica del nostro, raggiunge qui la sintesi perfetta. Ne riportiamo alcuni esempi. 

La Villa Jovis nel disegno di Rubino ci appare imperiosamente svettante a più piani sul promontorio.

Così pure magnifica è la liburna, certamente proveniente dalla Classis Misenensis (Tiberio poteva raggiungere Miseno in 4-8 ore, a seconda delle condizioni del mare), che sta per attraccare alla Marina Piccola o che accosta sotto la Villa delle Gradelle.

Assai suggestiva l’immagine della Grotta Azzurra quando era un ninfeo con la statua di Nettuno nel fondoe i tritoni sulle pareti (4 delle statue, ritrovate nella Grotta Azzurra, ora sono esposte nel museo “Casa Rossa” ad Anacapri)

E quella della Piazzetta, allora cuore dell’abitato romano, che ospitava la corte imperiale, seppur ristretta, di consiglieri, funzionari, astrologi, sacerdoti, servitori e schiavi, mentre la popolazione locale di contadini, artigiani, pescatori viveva nei campi o alla marina.

E che dire dei tanti altri luoghi ed edifici che la fantasia dell’artista ha immaginato e raffigurato? Dal giardino con piscina e peristilio di Palazzo a Mare,alle cisterne con la riserva d’acquache rendevano l’isola autonoma sotto l’aspetto idrico, o alle varie costruzioni romane sparse lungo le coste e all’interno, che ci proiettano nel mondo scomparso di quando Capri era il Centro dell’Impero, giacché da quel piccolo bellissimo scoglio in mezzo al mare Tiberio governava l’Urbe e gli immensi domini romani.

Estratto dall’articolo Sergio Rubino, pittore, scultore e ceramista anacaprese di Yvonne Carbonaro, pag. 81 a 107 del “Bollettino Flegreo – Rivista di storia, arte e scienze” quarta serie n.3 – maggio 2023. Ed. D’Amico

La presentazione, con relativa proiezione di immagini, ha avuto luogo il 20 maggio alle ore 11, 30 a Napoli presso il Salotto Vitanova dell’ingegnere Sasà Lamberti con: Pier Antonio Toma, – giornalista, moderatore; Silke Rubino – moglie e collaboratrice dell’artista; Maurizio Erto – storico e vicedirettore del Bollettino Flegreo; Yvonne Carbonaro – scrittrice, autrice dell’articolo. Intermezzi musicali de “I Fisarmà”: Filidei Catalano e Giuseppe Maddaloni.

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Pittura

18 Comments Lascia un commento

    • Sergio, da amichetto di giochi a grande maestro, artista poliedrico! Ogni angolo di Anacapri ti ricorda; hai lasciato un’impronta indelebile! Grazie a Silke che ti ha affiancato con grande amore e oggi a Yvonne che ti ha descritto con grande dovizia di particolari, ma in modo conciso, evidenziando la sensibilità del grande artista Sergio Rubino!

  1. Cara Silke le serate trascorse con te e Sergio sono state di una bellezza unica ,il maestro anche quando ci raccontava degli aneddoti di capri ci lasciava ammaliati con la sua saggezza ed il tono pacato, la sua voce nn la sentiremo più ma la sua arte ci parla ancora Grazie maestro…

  2. Caro amico di famiglia, aveva sempre qualche aneddoto o racconto con cui affascinarti. Il suo laboratorio era uno posto magico, dove passare per trovare un’ispirazione, vedere qualcosa di bello, conoscere qualcosa di nuovo, trovare una spiegazione ad un qualcosa che fino a due minuti prima non capivi o per fare semplicemente due chiacchiere di gusto. Di fatti non era solo un uomo d’arte ma ti conduceva sapientemente e agilmente attraverso numerose discipline. Quando penso a lui mi tocco sempre l’orecchio desto, quello che mi ha ricucito dopo una caduta da piccola!

  3. Noi tutti che abbiamo camminato con lui fin dall’infanzia siamo orgogliosi della sua crescita. Artistica, intellettuale, modello di conoscenza. Sergio resta in ogni maiolica, disegno, opera . L’arte gli ha donato l’immortalità. Un maestro ineguagliabile. Un dolce uomo modesto, pur essendo un gigante nella sua genialità

  4. Un grandissimo amico d’infanzia, un maestro di vita, di cultura e soprattutto di grande umanità. I suoi occhi il suo sorriso esprimevano una grande carica umana. Un abbraccio forte cara Silke. Un abbraccio anche a Raffaello e Michelangelo
    Livia

  5. Grande Sergio ! E grazie ad Yvonne Carbonaro per avercelo ripresentato nella Sua poliedrica attività artistica. Anche a te cara Silke per averlo accudito con grande amore.

  6. Un carissimo saluto a Silke. Mi e’ dispiaciuto molto non poter esser stato di aiuto per sistemare il telescopio, magari in futuro. Un abbraccio ed un dolce pensiero per Sergio.

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