A tu per tu con gli artisti/18

LEE JEFFRIES

Portraits. L’anima oltre l’immagine

Fino al 16 aprile al Museo Diocesano

Milano

ne parla la curatrice Barbara Silbe

Portraits! L’anima oltre l’immagine. La fotografia di Lee Jeffries non fa sconti. I volti dei suoi Homeless, primissimi piani accentuati dai marcati contrasti, scavati da rughe profonde e implacabili mettono in luce il disagio e la sofferenza di quell’umanità che spesso si dimentica: gli homeless, gli ultimi.

Il Museo Diocesano

L’esposizione al Museo Diocesano Carlo Maria Martini, in corso fino al 16 aprile, a cura di Barbara Silbe e Nadia Righi restituisce la presenza degli emarginati e degli invisibili che popolano le strade delle grandi metropoli europee e americane, attraverso una cinquantina di volti in bianco e nero, realizzati dal fotografo inglese.  

“Ancor prima della competenza tecnica o della visione artistica occorrono due requisiti fondamentali: la vicinanza e l’empatia con i soggetti. Le inquadrature di Lee Jeffries spiegano da sole quale sia l’approccio con il quale interagisce coi senzatetto o con le persone in genere: nulla di superficiale, di rubato in velocità restando a distanza, ma un obiettivo corto e un approccio volto a costruire con ciascuno di loro un rapporto che vada ben oltre l’istante decisivo dell’immagine finale” spiega la giornalista e curatrice Barbara Silbe che,  dopo tre anni di gestazione e di difficoltà, è riuscita con Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano a presentare il lavoro di questo fotografo autodidatta, diventato la voce degli emarginati.

Lee Jeffries e i suoi lavori. David Fox

Jeffries inizia la sua carriera quasi per caso, nel giorno che precedeva la maratona di Londra del 2008 quando scatta una fotografia a una giovane ragazza senzatetto che sedeva all’ingresso di un negozio; rimproverato per averlo fatto senza autorizzazione, Jeffries si ferma a parlare con lei, a interrogarla sul suo passato, a stabilire un contatto che andasse al di là della semplice curiosità per scavare nel profondo dell’animo della persona che aveva di fronte.

Barbara Silbe completa il racconto: “Finì per innamorarsene e per recarsi a Roma per esaudire un ultimo desiderio della madre di lei, malata di cancro. In Vaticano fece benedire il suo rosario e i suoi sentimenti riguardo all’amore e alla morte cambiarono per sempre. Un’esperienza che ancora oggi lo influenza”. Da allora inizia a interessarsi e a documentare le vite dei senzatetto condividendo la loro vita.

“L’autore ha conosciuto ogni singolo soggetto che ritrae, lo ha frequentato a lungo, a volte ha dormito con lui per strada, lo ha spesso aiutato, ben prima di inquadrarlo. In qualche modo lo aspetta, attende il tempo necessario al sorgere di quella fiducia reciproca grazie alla quale entrambi abbassano le difese per comunicare”. Come è nata l’idea di proporlo per un’esposizione a Milano? “Non ho memoria di quando si sia materializzata in me l’idea di presentare a Milano le fotografie di Lee Jeffries.

Forse tutto ebbe origine quando questo empatico autore inglese decise di regalarmi la copertina del numero zero di EyesOpen! Magazine, testata di cultura fotografica che ho fondato e che dirigo dal 2014. Esordivamo quando la crisi dell’editoria si era già infiltrata tra le pieghe di qualsiasi pubblicazione, decidevamo di farlo mettendo in prima pagina non una di quelle fatate modelle con la pelle piallata da Photoshop che attirano lettori, ma un’anziana signora inglese dalle guance appassite.

Il suo sguardo azzurro chiaro bucava il foglio, è ancora oggi il simbolo iconico della rivista. Sguardi era anche il tema di quel numero, filo conduttore astratto sul quale sviluppare molteplici narrazioni e, nel merito, Lee Jeffries aveva qualcosa da dire”.

E oggi i ritratti sorprendenti di Lee Jeffries dell’esposizione milanese, come sottolinea Barba Silbe,“rappresentano la iconografia religiosa cristiana nella sua forma più classica, ricavata da un modo di porsi che pochi al mondo sono capaci di affrontare e il susseguirsi dei suoi volti fieri, talvolta irriverenti, dalle espressioni composte per sostenere il milione di universi che hanno attraversato, ha a che fare con la fede, con la compassione che prova, un linguaggio di contrasti, non nuovo nella fotografia contemporanea, intriso però di un paio di ingredienti che sono la sua cifra autografa: la prossimità con i soggetti e la pietà per loro”.

Mariateresa Cerretelli

LEE JEFFRIES.

Portraits. L’anima oltre l’immagine

Museo Diocesano Carlo Maria Martini

P.zza Sant’Eustorgio, 3 MI

27 gennaio – 16 aprile 2023

https://lee-jeffries.co.uk/

https://www.museodiocesano.it/

Gallery

Mariateresa Cerretelli
Giornalista e Photo editor, scrive di fotografia, arte e costume per le testate del gruppo Class e collabora con diversi giornali tra i quali The Wall Street International Magazine, Artslife e Popdam Magazine. Si occupa del coordinamento della fotografia per gli Speciali di Bell’Italia, Cairo editore. Da molti anni è curatrice di mostre. Tra le più recenti Wilder mann di Charles Fréger a Lucca e Bianchi Sussurri di Caroline Gavazzi a Milano allo Spaziokappa32. Ha presentato alla Triennale Milano con AFIP, le lectio magistralis dedicate a Gabriele Croppi e Mario Cresci. Dal 2017 coordina gli incontri con i fotografi, dai grandi maestri ai giovani talenti, all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato. Collabora alla realizzazione di progetti editoriali, brochures, presentazioni, installazioni di fotografie e libri. Dal 2000 partecipa a Giurie di fotografia e a Letture Portfoli nei festival italiani. È Presidente del GRIN, il gruppo dei redattori iconografici nazionale. Fino al 2021 Presidente del GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale) e ora nel Direttivo dell’Associazione.
È Direttore artistico del MonFest, la prima Biennale di fotografia a Casale Monferrato (AL), inaugurata nel marzo 2022 e allestita fino al 12 giugno 2022.

Photo by Renato Grignaschi

Fotografia

2 Comments Lascia un commento

Ciao, lascia un commento, grazie.

Scopri di più da

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading