A tu per tu con gli artisti/16
Ruggero Rosfer
RENAISSANCE
Fabbrica Eos Gallery, Milano
A cura di Benedetta Donato
“Rinascere, immaginare di ripartire da sé stessi, dalla materia di cui si è fatti, per plasmarsi ed esistere in un mondo che vorremmo ci corrispondesse. L’azione di Ruggero Rosfer prende avvio da concettualità lontane, da quella fecondità del principio femminile che non va confusa con l’archetipo riferito all’estetica legata al femmineo”.
Le parole di Benedetta Donato, curatrice della mostra allestita a Milano alla Fabbrica Eos, delineano il significato profondo di RENAISSANCE, un’immagine inedita della donna contemporanea concepita, plasmata e ricostruita dall’artista in una selezione fotografica di 15 fotografie inedite a stampa giclée su carta baritata e montata su Dibond.

Il progetto rimanda alla Creazione e, come una nuova rinascita infonde forza e potenza alla figura femminile. “Il progetto nasce un paio di anni fa dopo un’escursione sulle Alpi Apuane, a Carrara, terra di cave di marmo dove ho scoperto un laboratorio di scultori (la Cooperativa Scultori di Carrara)” spiega Rosfer che già nel 1996 inizia a lavorare come fotografo di moda per riviste inglesi e italiane, un primo approcci al complesso mondo femminile.
“La mia analisi sulla donna arriva dalla mia formazione di fotografo di moda, quasi trent’anni fa e poi si lega in seguito a diverse campagne sociali” aggiunge. Ma RENAISSANCE è una svolta: “Volevo rappresentare l’immagine di una donna emblematica per la forza di rigenerazione e di creazione che ovviamente solo la donna può avere”. Il catalogo (progetto e grafica RTM) che accompagna la mostra raccoglie il ricco apparato iconografico ma si completa anche con una serie di bozzetti e disegni che spiegano la genesi di questa trasformazione della donna, da disegni abbozzati alla scultura che si fonde in una fotografia possente e nello stesso tempo genera un intreccio di narrazioni artistiche.

Ruggero Rosfer ripercorre con le parole l’iter e il concetto che lo hanno portato a RENAISSANCE: “L’enfasi con il marmo, questa pietra lunare, fortissima, fredda sotto il sole cocente che rimane indipendente dall’ambiente; una donna che scolpisce sé stessa, alla ricerca della sua libertà ma scolpisce simbolicamente il proprio corpo per liberarsi e diventare una scultura eterna, di bellezza e di forza. E poi la lunga ricerca di una modella, una donna che fosse simbolica, di una bellezza neoclassica, quasi una tavolozza neutra”.
E quando incontra la modella e attrice Elena Silvi l’artista si rende conto che tutto è pronto per la realizzazione. Le immagini sono 15 ma la mostra comprende anche una scultura in bronzo e, come spiega Rosfer “l’idea è nata sul finale quando Giancarlo Pedrazzini, il mio gallerista, vede il lavoro fotografico e s’ispira soprattutto alla foto in cui la modella scolpisce sul blocco. Da lì sono tornato a Carrara, abbiamo fatto tutte le riprese 3D e poi realizzata la fusione della scultura nel bronzo, con questo effetto finale di rifinitura che sembra pietra. Dal bidimensionale si arriva al tridimensionale”.
Ed ecco come in un backstage, la ricostruzione del set fotografico, passo dopo passo in un crescendo di tensione e di attenzione a ogni minimo dettaglio.

“Le 15 immagini fotografiche sono state realizzate alla Cooperativa scultori di Carrara. Sono fatte in location e ho utilizzato un’unica fonte di luce flash che riproducesse quel tipo di luce caravaggesca, un unico punto luce per dare tridimensionalità all’immagine. Tutto il resto in penombra perché non volevo che entrasse in conflitto con la pulizia dell’immagine della modella con il blocco. I blocchi di marmo sono diversi. Ho fatto un sopralluogo mesi prima dove ho selezionato una dozzina di blocchi con i ragazzi del laboratorio e il giorno dello shooting, una persona dedicata tutto il giorno con il muletto mi spostava i blocchi sul set. Tutto molto impegnativo anche nel coordinamento.
La modella inizialmente è ricoperta di un trucco fatto da Guido Daniele, un artista di body painting. Inizialmente lei ha una base di polvere perché si trova nella fase di studio di sé stessa con il blocco ma non è ancora scultura. E infatti l’incarnato – lo si nota nell’osservazione delle opere fotografiche – è più roseo. Successivamente si vede l’effetto marmorizzato ed è lì che la donna diventa scultura.

Poi ho aggiunto dei simboli come la tortora bianca, simbolo di libertà, l’uovo, simbolo di fertilità e la mazza, elemento di rottura da tutte le costrizioni. L’immagine verticale che si vede alla Galleria Eos, all’entrata, quella a grandezza reale, è il simbolo della riappropriazione della propria dignità e umanità. È una donna che riprende in mano la propria vita, un messaggio diretto che si adatta a questa nostra epoca”.
Ruggero Rosfer, attraverso la sua visione artistica e poetica, indaga anche aspetti socio-culturali così attinenti alla nostra contemporaneità. Come scrive la curatrice Benedetta Donato: “Si riconosce la vita, questa nuova vita, come un processo di risveglio, di fusione con ciò che ci circonda, di consapevolezza e di movimento interiore incessante, grazie alla visione di un flusso di illuminazioni germoglianti, per divenire costantemente nel tutto ed essere finalmente umani”.
Mariateresa Cerretelli
Ruggero Rosfer
RENAISSANCE
Mostra personale dell’artista
fino al 12 novembre
Fabbrica Eos Gallery, Milano
A cura di Benedetta Donato
Gallery













Mariateresa Cerretelli
Giornalista e Photo editor, scrive di fotografia, arte e costume per le testate del gruppo Class e collabora con diversi giornali tra i quali The Wall Street International Magazine, Artslife e Popdam Magazine. Si occupa del coordinamento della fotografia per gli Speciali di Bell’Italia, Cairo editore. Da molti anni è curatrice di mostre. Tra le più recenti Wilder mann di Charles Fréger a Lucca e Bianchi Sussurri di Caroline Gavazzi a Milano allo Spaziokappa32. Ha presentato alla Triennale Milano con AFIP, le lectio magistralis dedicate a Gabriele Croppi e Mario Cresci. Dal 2017 coordina gli incontri con i fotografi, dai grandi maestri ai giovani talenti, all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato. Collabora alla realizzazione di progetti editoriali, brochures, presentazioni, installazioni di fotografie e libri. Dal 2000 partecipa a Giurie di fotografia e a Letture Portfoli nei festival italiani. È Presidente del GRIN, il gruppo dei redattori iconografici nazionale. Fino al 2021 Presidente del GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale) e ora nel Direttivo dell’Associazione.
È Direttore artistico del MonFest, la prima Biennale di fotografia a Casale Monferrato (AL), inaugurata nel marzo 2022 e allestita fino al 12 giugno 2022.
Photo by Renato Grignaschi
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Bellissima!