A tu per tu con gli artisti/09

IL FILO E IL FIUME

racconto fotografico di Paolo Simonazzi in mostra a Parma

Intervista di Mariateresa Cerretelli

A Parma, nelle storiche sale di Palazzo Pigorini, dal 26 marzo all’8 maggio va in scena Il filo e il fiume, il racconto fotografico di Paolo Simonazzi dedicato al Po e ai territori che attraversa: un’indagine sulle sottili trame identitarie legate al maggior fiume italiano, evocato attraverso l’immagine del filo, elemento ricorrente negli scatti e metafora di “cucitura territoriale”. A cura di Andrea Tinterri e Ilaria Campioli, la mostra propone una selezione di venti scatti, tutti di grande formato, tratti dal progetto realizzato dal fotografo reggiano tra il 2013 e il 2021 e dedicato al Po e ai territori che attraversa. Accompagna la mostra, il volume omonimo edito da Silvana Editoriale, che raccoglie l’intera serie composta da 56 scatti e due contributi critici di Davide Papotti e Francesco Zanot. 

Il progetto prende dichiaratamente ispirazione dal lavoro Sleeping by the Mississippi del fotografo statunitense Alec Soth, un’indagine conoscitiva condotta nel 2004 lungo il corso del più grande bacino idrografico dell’America settentrionale. Il titolo Il filo e il fiume fa riferimento inoltre all’album musicale The river and the thread (2014) di Rosanne Cash, in cui la cantautrice americana – figlia di Johnny Cash – ripercorre il Sud degli Stati Uniti alla ricerca del passato
e dei ricordi della sua famiglia.

Paolo Simonazzi vive e lavora a Reggio Emilia. Il suo approccio stilistico rivela uno sguardo al tempo stesso affettuoso e ironico per quei luoghi di provincia dove il reale si confonde impercettibilmente con il surreale.

Davide Papotti, professore di geografia presso il Dipartimento DUSIC dell’Università di Parma, esperto principalmente dei rapporti tra geografia e letteratura e di marketing territoriale e turistico della geografia culturale dell’area rivierasca del fiume Po, spiega: “Il progetto de Il filo e il fiume nasce con questa sfida geografica: seguire il filo del fiume Po lungo il suo corso. Eppure il fotografo non lo fa attraverso il consolidatissimo modello del viaggio sul, dentro e lungo il corso fluviale.

Lo fa piuttosto per “sottrazione”, escludendo quasi sempre l’immagine stessa delle acque, ma cercando di indagare l’invisibile “respiro identitario” del fiume. Un po’ come quando si disegna da bambini e si può scegliere di colorare prima l’oggetto che si è disegnato oppure tutto quello che sta intorno. Ecco una bella pista di ricerca geografica: cominciare a “colorare” quello che sta “intorno” al fiume, per provare a indagare fino a quanto riesce a spingersi nell’“entroterra” l’identità fluviale. E, ovviamente, cercare di identificare quali sono i tratti condivisi, i sottili rimandi, le sottese connessioni che accomunano le terre limitrofe. Quanto, insomma, il “filo” del fiume riesca a “cucire” insieme il territorio”. 

E, continuando la sua riflessione tra geografia e fotografia, Davide Papotti continua: “Il filo naturalmente non è soltanto un legame metaforico, ma è anche un elemento fisico che appare materialmente nel territorio. Viaggiando per la pianura padana, appaiono continuamente cavi della luce, fili per stendere la biancheria, corde per ormeggiare le barche, lenze che pendono dalle canne dei pescatori, fili del telefono. E, già soltanto a partire da questi semplici elementi, la fantasia geografica è in grado di scatenarsi: certi scorci prospettici di angoli di campagna, con la schiera di pali del telefono e della luce da cui pendono i fili, “fanno” subito immagini del Midwest americano, e i cortocircuiti associativi “tra la via Emilia e il West” non tardano ad arrivare, come sottili patine interpretative che si sovrappongono ai paesaggi ritratti, li colorano, assegnano loro valori e connotazioni. 

Mariateresa Cerretelli

Paolo Simonazzi. Il filo e il fiume

A cura di
Ilaria Campioli e Andrea Tinterri

Con contributi critici di
Davide Papotti e Francesco Zanot

Sede espositiva
Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica 29/a, Parma

Periodo
26 marzo – 8 maggio 2022

Inaugurazione
25 marzo ore 11.30 a.m.

Giorni e orari
di apertura mercoledì, giovedì e venerdì: 15.30.m – 19.30.m
Sabato e domenica: 10.30.m – 19.30.m.

Ingresso libero

L’ingresso alla mostra sarà gestito in conformità alle disposizioni di legge vigenti per le misure di sicurezza e prevenzione in relazione all’emergenza Coronavirus (è richiesto il Super Green Pass).

https://www.paolosimonazzi.com/

Mariateresa Cerretelli
Giornalista e Photo editor, scrive di fotografia, arte e costume per le testate del gruppo Class e collabora con diversi giornali tra i quali The Wall Street International Magazine, Artslife e Popdam Magazine. Si occupa del coordinamento della fotografia per gli Speciali di Bell’Italia, Cairo editore. Da molti anni è curatrice di mostre. Tra le più recenti Wilder mann di Charles Fréger a Lucca e Bianchi Sussurri di Caroline Gavazzi a Milano allo Spaziokappa32. Ha presentato alla Triennale Milano con AFIP, le lectio magistralis dedicate a Gabriele Croppi e Mario Cresci. Dal 2017 coordina gli incontri con i fotografi, dai grandi maestri ai giovani talenti, all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato. Collabora alla realizzazione di progetti editoriali, brochures, presentazioni, installazioni di fotografie e libri. Dal 2000 partecipa a Giurie di fotografia e a Letture Portfoli nei festival italiani. È Presidente del GRIN, il gruppo dei redattori iconografici nazionale.

Photo by Renato Grignaschi

Fotografia

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