SEGNI e CONTRASTI – Mariuccia Roccotelli

BIOGRAFIA

I colori caldi dell’autunno incominciavano a sovrapporsi a quelli arsi dell’estate quando la Murgia barese le ha dato i natali verso la metà degli anni ’70 del secolo scorso.

In casa dei suoi girano da sempre tele, tubetti di colore, pennelli, materiali d’ ogni tipo e libri d’arte; non so quanto l’ambiente familiare abbia contribuito a forgiare la sua sensibilità verso le arti figurative e la materia.

Dopo le scuole dell’obbligo e le superiori a Minervino Murge, si trasferisce a Milano, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e si diploma in Scenografia con 110 e lode. Agli inizi degli anni ’90, cominciano le prime esperienze pittoriche e le collaborazioni con la trasmissione televisiva di Topo Gigio, relativamente all’allestimento delle scenografie e non solo. I colori nebbiosi padani e quelli caldi e gioiosi dell’infanzia si mescolano sapientemente nella sua tavolozza.

Quasi a cavallo del nuovo millennio l’interesse per l’insegnamento e la curiosità per le novità, per i luoghi e per le persone l’hanno portata fino ad Asmara e ad Addis Abeba. Qui alle tonalità spensierate del bel paese si mescolano quelle della povertà e della carestia, ma anche della vivacità di un mondo sommerso, tutto da scoprire e ricercare. Le tele diventano più astratte, ma anche composite e stratificate a livello di materiali e le esperienze di allestimento scenografico proseguono in ambito teatrale, trovando nuova linfa e ispirazione nelle tematiche sociali.

Di recente il colore azzurro ha inondato la sua vita, la sensibilità verso gli individui in difficoltà l’hanno condotta a varcare uno dei luoghi più carichi del dolore del vivere e del disagio dell’anima. Oggi insegna arte all’interno di un Istituto Penitenziario; così la passione per le spirali come soggetti pittorici è finita dietro le sbarre del disagio sociale e della discriminazione verso i più deboli.

Franco Frascolla

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La tempra dell’arte

Nei lavori di Mariuccia Roccotelli il tratto si fa energico, vivo. Assurge a movimento che dal gesto – sia esso scrittura o traccia – si dipana sulla tela traghettando l’occhio dell’osservatore all’interno di vortici, di movimenti che, quasi come una scrittura automatica, partono da un’ispirazione inizialmente non mediata dalla ragione, e arrivavo a strutturarsi in gesti sempre più meditati in cui compare una dinamica di pensiero, una figurazione primaria che prende consapevolezza, sino a divenire opera.  La sua è una grafica gestuale fatta di linee sinuose che dall’astrazione, dall’Action Painting si orientano nel tempo verso una struttura maggiormente segnica. Come accade ne “Il Giardino dei Ciliegi” in cui la componente del linguaggio è unità strutturale dell’opera la scrittura diviene parte integrante e di concetto della narrazione visiva, e – al tempo stesso – ornamento, dettaglio dall’impatto estetico intenso.

Nei suoi lavori ritorna in modo ciclico l’impulso ad una tensione pittorica verso un astrattismo che non rinuncia completamente a una traccia di figurazione nella sua fase evolutiva e sperimentale. Piaget avrebbe definito tale ricerca un’operazione intellettuale formale. Partendo dalla forma primaria la ricerca dell’artista si amplia andando ad esplorare oltre i confini dell’immaginario, per creare suggestioni nate da combinazioni di dati e paesaggi reali ma traghettati verso operazioni squisitamente informali. La teoria di Piaget, psicologo e pedagogo, si ritrova nel percorso di Mariuccia Roccotelli in quanto artista con una visione educativa, data dalla sua esperienza nella didattica sia visiva (pittorica) che storico-artistica.

Una traccia costante nella Roccotelli è l’utilizzo di differenti materiali all’interno delle opere che creano una consistenza, una matericità vigorosa: sia essa data dall’uso della carta o del collage come ne “Il Sogno di Mara”, o del legno riciclato di “Finestra: Omaggio a Victor Hugo” in cui la delicatezza della carta di riso si combina al calore del legno. Attraverso l’inserimento di elementi in rame, pvc o stoffa e l’uso di sabbia mescolata a colla e acrilici, l’oggetto-opera non è più definibile solamente attraverso la singola parola “pittura” perché oltrepassa i confini della bidimensionalità, inserendo a volte anche manufatti all’interno della tela, come accade per il sandalo eritreo nell’opera “Congo Chama”.

Il colore ritrova la potenza della tradizione classica pittorica nei blu cobalto e nelle terre intense, in una contrapposizione di caldi e freddi, come in “Languidi Contrasti: Passione”, opera del 2019 in cui attraverso una scelta di simbologia cromatica, l’autrice crea una assonanza tra cromia e simbolo, associando alla donna il Blu, colore che richiama l’acqua, la purezza, la vita, la femminilità, la nutrizione, la dolcezza, l’abbraccio…Mentre la componente maschile è Rossa di forza, energia, azione, violenza, guerra, pericolo ma al contempo di entusiasmo, coraggio, cuore, amore.

E’ la vita che scorre e, attraverso la creazione dell’opera d’arte, cerca di definirsi – nonostante la sua natura sia inarrestabile – sulla tela… Come l’artista stessa cita: “L’opera è l’incontro, o meglio la fusione dinamica, fra il rosso e il blu è la chiave di lettura, romantica ma allo stesso tempo cruda e violenta; i contrasti cromatici, la materia ruvida, le luci e i ricami sono espressione visiva del nostro essere imperfetti ed incompleti, contrasti stridenti, impeti, eros, attese ed ambiguità. Sui quattro concetti di Aristotele: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, beni comuni e presenti in ogni forma di vita, ho basato moltissimo il mio percorso di ricerca stilistica, tematica e tecnica.

Ma i lavori pittorici della Roccotelli non si strutturano solo attraverso cromie dissonanti e cariche di significazioni, di grande poesia e stupore sono le opere tono su tono come ad esempio “paesaggio di Rame” e “Massawa” ed i suoi colori, che sanno di nostalgia. In questa opera il testo scritto celebra la bellissima città di Asmara in Eritrea, mentre la traduzione in lingua tigrina, racconta come l’arte possa ancora essere strumento comunicativo per eccellenza.

Riscrivo qui il testo poetico per intero, al fine di riportare la stessa forza della parola, in assonanza alla potenza visiva del dipinto: “Massawa è il sole che brucia, la terra rossa, la pietra bianca, è vento torrido, fuoco e brezza di mare, è strade asciutte e vuote, è caldo silenzio nei paesaggi afosi. Tre bambini giocano a pallone, muto oblio nelle notti del centro, come luogo del ricordo per chi c’era…Come se per un momento si è distratta, ora è andata via.”

Artista poliedrica, docente, Mariuccia Roccotelli negli anni si è misurata con differenti linguaggi dell’arte: è stata scenografa, ha creato allestimenti per eventi teatrali e musicali per essere poi attrice e decoratrice di ceramica guardando sempre, attraverso il segno maturo dell’artista, alla trasversalità come ad una risorsa.

Alessia Locatelli

http://www.mariucciaroccotelli.com

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5 Comments Lascia un commento

  1. L’artista ci immerge in uno spazio multidimenzionale, che ci connettere con i più reconditi pensieri e sensazioni della nostra anima.
    Si capisce in modo immediato la qualità tecnica e colturale della pittrice.
    Grazie, per una mostra di così alto livello..

  2. Molto belle tutte le opere! Affascinante come soggetto il tema delle spirali e del vortice. Molto interessanti e mi hanno colpito in modo particolare i tre quadri, dove prevale la tonalità del verde: “Suoni ed equilibri instabili” e i due intitolati “Pensieri”. Complimenti alla giovane pittrice.

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