BROKEN NATURE – XXII Triennale di Milano – Ricostruire i legami con la natura – 2019
BROKEN NATURE – XXII TRIENNALE DI MILANO
Ricostruire i legami con la natura
di EDOARDO PILUTTI
Negli ultimi due secoli vari legami esistenti da millenni, anzi da circa duecentomila anni (comparsa dell’Homo Sapiens), fra uomo e natura sono stati modificati profondamente se non addirittura recisi.
L’uomo dell’epoca industriale ha, e purtroppo continua a farlo insulsamente, distrutto le foreste; trivellato la crosta terrestre (anche sotto ai mari) per estrarre petrolio; innalzato la temperatura globale col conseguente scioglimento dei ghiacciai montani e dei ghiacci ai poli provocando l’innalzamento degli oceani; aumentato le superfici cementificate ed asfaltate, costruendo periferie spersonalizzanti e strade e ferrovie in continuazione.
L’uomo occidentale (ma anche quello occidentalizzato) ha prodotto inquinamenti luminosi e inquinamenti acustici, con enorme dispendio di energia; ha prodotto particelle radioattive che resteranno depositate nell’ambiente terrestre per secoli; ha inquinato con un uso sconsiderato della chimica, portando all’estinzione diverse specie animali. L’uomo industrializzato e telematico ha fatto scomparire lingue antichissime e culture ancestrali indottrinando e omologando quanta più umanità possibile.
Ad alcuni di questi tragici errori si potrebbe provare a porre rimedio, recuperando e ricostruendo i legami con la natura; ma affinché ciò possa accadere è necessaria una nuova visione del mondo per ideare e mettere in atto interventi ben ponderati.
E’ necessario progettare, pianificare, disegnare nuovi scenari: artisti, scienziati ed architetti possono porsi come mediatori cognitivi nei confronti del potere politico ma anche nei confronti dei singoli soggetti, indicando modalità per plasmare nuovi comportamenti (individuali e collettivi) che siano vitali e non più distruttivi.
La XXII Esposizione Triennale di Milano suggerisce di comprendere in modo profondo i differenti sistemi di vita esistenti sulla Terra; inoltre incoraggia ad adottare nuove attitudini per ricostituire il rispetto della natura.
La XXII Triennale è articolata in quattro aree: nella mostra tematica BROKEN NATURE: Design Takes on Human Survival (NATURA DANNEGGIATA: la Responsabilità di Progettare la Sopravvivenza dell’Uomo) curata da Paola Antonelli; nell’installazione documentaria e sonora THE GREAT ANIMAL ORCHESTRA; nella mostra speciale LA NAZIONE DELLE PIANTE; ed in ventidue PARTECIPAZIONI INTERNAZIONALI distribuite fra primo piano e piano terra.
BROKEN NATURE, partendo dalla constatazione di alcuni effetti disastrosi dell’attività industriale, celebra la potenza rivoluzionaria dell’inventiva e dell’immaginazione che, se non è garantito che possa fermare la devastazione planetaria in atto,
quantomeno potrebbe sensibilizzare il mondo occidentale sui cambiamenti cruciali che si stanno verificando nella geografia, nella geologia, nell’antropologia e nella politica; il tutto con l’intento di spingere verso comportamenti più responsabili e alternativi. Tra le opere qui in mostra vi sono quattro lavori commissionati a designer internazionali che mirano a correggere il corso autodistruttivo dell’umanità; vi sono inoltre un centinaio di lavori prodotti negli ultimi trent’anni, opere di design, architettura e arte collocate nei medesimi spazi a dialogare tra loro allo scopo di dimostrare come il design (in tutte le sue branche, dall’urbanistica alla pianificazione dei dati fino al biodesign) possa diventare catalizzatore di ravvedimenti comportamentali e sociali.
Esempio significativo di tale progetto curatoriale è l’opera ready made Plastiglomerate di cui sono autori la giovane artista canadese Kelly Jazvac, l’oceanografo statunitense Charles Moore e la geologa canadese Patricia Corcoran: si tratta di una sorta di fossile del futuro derivante dai falò fatti sulle spiagge delle isole Hawaiii, particolarmente a Kamilo Beach, dove ogni anno le correnti oceaniche depositano tonnellate di rifiuti di plastica; il fuoco fonde la plastica con la sabbia creando consistenti e duraturi conglomerati.
L’installazione The Great Animal Orchestra, immersiva e mistica (commissionata dalla Fondation Cartier di Parigi), è opera del musicista Bernie Krause che ha studiato e registrato 5.000 ore di bioacustica, cioè di vocalizzazioni animali in vari ambienti naturali, e del collettivo inglese United Visual Artists che ha realizzato una trasposizione visiva di quei paesaggi sonori.
Straordinaria è la sezione LA NAZIONE DELLE PIANTE, curata dal neurobiologo Stefano Mancuso con la supervisione artistica di Marco Balich, dove si scoprono aspetti del regno vegetale che solo gli studiosi conoscono, aspetti così importanti da poter diventare un esempio da seguire per le società umane. In effetti le piante esistono sulla Terra da circa cinquecento milioni d’anni prima dell’Uomo, e probabilmente gli sopravvivranno.
Un esempio delle intelligenti capacità d’adattamento delle piante è fornito dall’alleanza che alcune specie di acacie stabiliscono con colonie di formiche che le abitano e che si nutrono del loro nettare: in cambio le formiche difendono gli stessi alberi da attacchi di altri insetti e addirittura da incauti tentativi di giraffe ed elefanti che ne vorrebbero mangiare le foglie: in quei casi le formiche sono capaci di mordere in gruppo pachidermi e altri grossi animali fino al punto di farli desistere dal cibarsi della pianta.
Le piante sono gli esseri viventi più sorprendenti in natura, inutile cercare presenze di forme di vita aliene extraterrestri; li abbiamo già tra noi gli alieni: sono il mondo vegetale! Oltre ai nostri cinque sensi animali, le piante ne posseggono almeno altri tredici! Ad esempio una pianta è in grado di percepire con esattezza il grado di umidità del terreno e indirizzare le sue radici verso fonti d’acqua anche distanti; ogni pianta sente i campi elettromagnetici, la forza di gravità, la presenza di sostanze chimiche utili o dannose.
Personalmente avevo fatto osservazioni in tal senso già molti anni fa: quando a 16 anni mi allontanai da casa per un viaggio in Inghilterra, un salice piangente che avevo personalmente impiantato (con talea di un ramo destinato alla macerazione) perse in una notte tutte le foglie, spaventando i miei genitori. Era settembre, ancora estate, ed il salice in buona salute notoriamente perde le foglie tra fine novembre e inizio gennaio. La pianta aveva avvertito il mio notevole allontanamento, ai margini nordici del continente, temendo fosse irreversibile..
La sezione delle Partecipazioni Internazionali consiste in una ventina di padiglioni dove ogni nazione invitata ha allestito il proprio progetto: fra gli altri, tutti interessanti, menzioniamo la ricerca storico sociologica della Cina, il video-documentario dell’Australia sull’adolescente attivista svedese Greta Thunberg, e la montagna o architettura gotica fatta di batterie o pile della Repubblica Ceca.
Assieme al Ministero degli Affari Esteri ed a RAI Cultura anche l’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) ha appoggiato e collaborato all’allestimento di questa XXII Triennale. L’ENI in particolare sostiene un serio ripensamento nello sfruttamento delle materie prime e nella gestione degli scarti di produzione e dei rifiuti, propugnando il passaggio da un’economia lineare ad un’economia circolare, coinvolgente istituzioni, imprese e cittadini.
Testo e fotografie di Edoardo Pilutti edoardo.pilutti@gmail.com
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